LA FRODE ALIMENTARE: La contraffazione del marchio

In un sistema di produzioni agro-alimentari di qualità, prodotte secondo specifici disciplinari di produzione e certificate da precisi marchi, i prodotti certificati assumono grande valore. Questo si riassume sia in termini economici e quantitativi, sia come un valore aggiunto di qualità e sicurezza alimentare agli occhi dei consumatori.

In Italia la “Dop economy”, motore trainante del made in Italy agroalimentare, raggiunge valori da Record. Infatti secondo il rapporto Ismea-Qualivita del 2023 il settore delle DOP e IGP supera la soglia dei 20 miliardi di euro di valore rispetto al 2022, assicurando un contributo del 20% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

I MARCHI DI QUALITÀ

I prodotti di qualità presentano diverse sigle, dei veri e propri marchi che ne certificano la provenienza e la qualità. Tra queste sigle troviamo, la DOC (Denominazione di Origine Controllata), la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), la DOP (Denominazione di Origine Protetta), la IGP (Indicazione Geografica Protetta) e la sigla BIO, indicata da un logo verde ben preciso in etichetta, che raffigura una foglia formata da stelle bianche. Ognuno di questi marchi presenta uno specifico logo sull’etichetta.

LA FRODE ALIMENTARE COMMERCIALE

Questi prodotti però, visto anche l’alto valore economico che generano, non sono immuni a contraffazioni. La contraffazione del marchio è un tipo di frode alimentare commerciale. In questo caso il prodotto viene falsamente indicato come di origine protetta o controllata, aggiungendo in etichetta delle informazioni errate sulla sua provenienza e delle certificazioni che in realtà il prodotto non ha, spacciando spesso un prodotto di minor pregio per uno qualitativamente superiore. I prodotti certificati seguono un preciso disciplinare di produzione, che fa sì che questi prodotti siano composti solo e unicamente da materie prime di qualità e provenienti da determinate zone.

Ad esempio il formaggio Castelmagno DOP, può essere prodotto (compresa la stagionatura) solo nei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana, tutti e tre ricadenti nella provincia di Cuneo. Nel caso del Castelmagno dunque, un esempio di contraffazione del marchio sarebbe il posizionamento del logo DOP su formaggi prodotti in zone diverse da quelle del disciplinare.

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