Asti
Sistema di qualità: DOCG
Categoria merceologica: Vini
Prodotto nelle province di: Asti
CARATTERISTICHE DEL VINO
La coltivazione del moscato nelle Langhe e nel Monferrato, inizia presumibilmente nel 1200, mentre la prima documentazione scritta del commercio di vino “moscatello” risale al 1593.
Il Consorzio per la tutela dell’Asti, ufficialmente nel 1932 e riconosciuto nel 1934, avviò la definizione della zona di origine, il vitigno, la tecnica di preparazione, la tipologia finale. La decisione di accentrare nella sola denominazione ASTI l’attenzione del mercato, ebbe una risonanza fondamentale ai fini dell’unificazione dei tipi e quindi della possibilità di poter disporre, da parte della produzione, di una sufficiente quantità di vino atta a soddisfare l’esigenza commerciale e di effettuare una efficace azione promozionale. Il territorio di produzione, individuato nel 1931, è in pratica il medesimo di quello attuale, e comprende il territorio di 52 Comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria.
Il marchio consortile (il patrono di Asti, San Secondo, a cavallo) fu la prima immagine di tipicità e garanzia che alla fine della seconda guerra mondiale dette una ventata di fiducia agli operatori piemontesi ed ai consumatori di tutto il mondo con i quali l’Italia faticosamente cominciava a riprendere gli scambi commerciali.
Prodotto quasi esclusivamente da aziende di dimensioni medio piccole o da cantine cooperative che trasformano solamente le uve dei propri vigneti, il Moscato d’Asti ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica, in particolare quella del freddo, che ha consentito di mantenere nel vino gli aromi ed i sapori del frutto e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione ed il trasporto. Storia, tradizione, dedizione imprenditorialità geniale, applicazione e ricerca continua lo mantengono prezioso esaltandone le peculiari caratteristiche.
La denominazione Asti senza altra indicazione o accompagnata dalla specificazione spumante (“Asti” o “Asti Spumante”) è riservata alla tipologia di vino spumante, mentre la stessa denominazione preceduta dalla specificazione moscato (“Moscato d’Asti”), è riservata al vino bianco non spumante.
Vino con un inimitabile aroma muschiato dell’uva di origine (il Moscato Bianco), delicato ed intenso, ricorda il glicine ed il tiglio, la pesca e l’albicocca con sentori di salvia, limoni e fiori d’arancio. Il caratteristico aroma dell’Asti e del Moscato d’Asti è quindi dovuto alla carica aromatica dell’uva, in quanto, più essa è elevata, tanto più intenso sarà l’aroma del prodotto finito.
Il D.M. 29 novembre 1993, modificato con D.M. 14 agosto 1995 così definisce le caratteristiche delle 2 tipologie di vino:
“Asti” o “Asti Spumante”
• vitigno: Moscato bianco;
• spuma: fine, persistente;
• limpidezza: brillante;
• colore: da paglierino a dorato assai tenue;
• profumo: caratteristico, spiccato, delicato;
• sapore: aromatico, caratteristico, delicatamente dolce, equilibrato;
• titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12% vol. di cui svolto compreso nei limiti dal 7% al 9,5%.
Moscato d’Asti
• vitigno: Moscato bianco;
• limpidezza: brillante;
• colore: paglierino piu’ o meno intenso;
• profumo: caratteristico, fragrante;
• sapore: dolce, aromatico, caratteristico, talvolta vivace o frizzante;
• titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol. di cui svolto compreso nei limiti dal 4,5% al 6,5%;
L’Asti spumante ed il Moscato d’Asti devono essere consumati giovani (possibilmente entro l’anno successivo alla vendemmia) al fine di apprezzare l’aroma del moscato nella sua completa intensità e tipicità. L’elevata acidità, la temperatura elevata e l’esposizione alla luce sono infatti i fattori che rendono più veloci le normali trasformazioni della struttura chimica dei terpeni nel tempo. Colore giallo paglierino più o meno intenso; limpidezza brillante; odore caratteristico, fragrante; sapore dolce, aromatico, caratteristico, talvolta vivace o frizzante.
ABBINAMENTI CONSIGLIATI
“Asti” e “Moscato d’Asti” vanno di soliti serviti a temperatura di 6°-8° C, in abbinamento ai dolci sia di pasticceria fresca e secca, tanto che nella zona di produzione viene impiegato in sostituzione al marsala per la produzione dello zabaione. Recentemente alcuni chef propongono abbinamenti più azzardati quali formaggi e salumi e a “pietanze” salate; in questo modo si esaltano le caratteristiche tipiche di questi vini.